Ogni impresa e scelta compiate nel corso della vostra vita su questo pianeta tenta essenzialmente di rispondere ad una domanda: “Cosa stiamo cercando?“.
Quando ci si avvicina ad un percorso spirituale la risposta che consciamente o meno gli umanoidi si danno è: “Stiamo cercando una vita migliore“.
Cinque semplici parole che sottolineano una profonda insoddisfazione verso il cammino intrapreso finora e da cui si generano tutti i problemi e gli errori che incontriamo nel lavoro di crescita verso l’Anima. Dall’ inizio di questa ricerca in poi infatti il seme della spiritualità viene coltivato in un campo interiore che ha conosciuto fino a quel momento solo il giudizio e la malattia e che considera l’esistenza come un susseguirsi di momenti positivi e negativi. Nessuno si dovrebbe stupire allora se la pianta che nasce diviene presto inesorabilmente debole e incapace di rasserenare o di arricchire ciò che le sta intorno.
In conseguenza a questo meccanismo assistiamo a sempre più ‘ spiritualisti’ che scappano a gambe levate dalla vita e si relegano nel loro mondo ( in questi articoli lo spiego approfonditamente: ‘Questo non è un asylo’ e ‘ La spiritualità delle seghe mentali‘ ). Essi confidano nel fatto che gli esercizi, i Maestri e le conoscenze apprese durante le ore di lezione li possano salvare da una misera condizione esistenziale. Il tassello che però manca loro totalmente è che la spiritualità rappresenta l’arte più nobile attraverso cui si può esprimere la gioia di vivere; lungi da lei è un giudizio sull’ Esistenza o addirittura una fuga da questa. Non c’ è niente da migliorare!In considerazione di quanto detto abbiamo l’ assoluta necessità di rasserenare e migliorare la qualità del nostro campo interiore prima di piantarci qualsiasi seme. In altre parole, se la maschera è impegnata a lamentarsi non sosterrà mai la ricerca di una coscienza più profonda.
Per questo motivo negli ultimi mesi ho introdotto nelle scuole di Eish Shaok l’ abitudine a lavorare sempre di più sulle parti represse, su quelle energie e quegli impulsi che per decenni tutti noi abbiamo imprigionato per timore e giudizio. La pancia e più in generale la zona ombelicale (Dan Tian o Tan Den inferiore per le culture orientali) è diventata la protagonista di molti dei nostri esercizi e abbiamo individuato in lei quel grande contenitore e magazzino in cui si relega ogni demone reputato pericoloso. Non ci siamo mai permessi di esprimere la sincerità, la rabbia, l’ amore, la paura, il coraggio e le loro energie sono state soffocate dentro. Un mondo interiore così formato ha creato delle menti insofferenti, le quali non fidandosi di se stesse sono finite a non fidarsi nemmeno del mondo.
L’obiettivo è diventato allora imparare ad esprimere e tirare fuori ogni piccolo granello della nostra personalità e permettergli così di sbocciare senza un severo padrone a comandarlo. Chi riesce a portare a termine questo lavoro e a liberare i suoi demoni si ritrova in una prospettiva sulla Vita completamente diversa e raggiunge uno stato di pace assoluta; una reale Centratura. Laddove prima avrebbe visto dolore e serbato rancore ora, privo di tensioni interiori, non può che sorridere.
Vi indico di seguito un meraviglioso esercizio di base con cui iniziare la ripulitura:
Rilassatevi, chiudete gli occhi e portate entrambe le mani con i palmi a toccare l’ ombelico.
Inspirate immaginando di far scendere l’ aria fino nella pancia e di far gonfiare così quest’ ultima, espirate riportando l’ aria a salire nelle narici e sgonfiando la pancia.
Dopo qualche minuto portate le mani sulla base dello sterno e immaginate che qui si aprano i cancelli della prigione interiore. Tutta l’ energia repressa sale nel petto.
Le mani si spostano allora sul centro del petto ( Quarto Chakra ) mentre iniziate a respirare con il torace. Gonfiatelo con l’ inspirazione e sgonfiatelo quando l’ aria fuoriesce.
Fate poi scorrere le mani sulla gola e ascoltate salire ulteriormente l’ energia interna in quell’ area e nella testa. La gola ( Quinto Chakra) rappresenta la vostra capacità di esprimervi nella vita; attraverso il respiro fate pace con lei e le promettete di impegnarvi a non reprimere.
Terminate portando i palmi ad accarezzare le guance e poi in su oltre la sommità della testa, staccateli infine verso l’ alto a simboleggiare una fontana che vi libera in quella direzione.
Noterete dopo pochi tentativi che questa respirazione consapevole darà il via ad una serie di effetti collaterali (tosse, mal di testa, raffreddore, sudorazione, corse al bagno ecc..); non preoccupatevi e permettete a tutte le parti di voi di liberarsi senza timore.
In conclusione a questo articolo posso darvi un semplice consiglio: Iniziate prima di ogni altra cosa a respirare e a non reprimere niente! Trovate le vie migliori per dire al mondo chi siete e non combattetevi dentro. Solo se vi occuperete fin da ora di voi stessi e vi ripulirete da decenni di guerre e giudizi intestini sarete in grado di rispondere positivamente alla chiamata di Dio/Anima/Uno.
In ogni altro caso invece vi allontanerete dallo scorrere del fiume convinti stupidamente che un castello sulle alture vi dia una prospettiva migliore.
Un abbraccio
David Simurgh
Responsabile europeo per la "Eish Shaok International Association". Si occupa di diffondere i principi del risveglio spirituale attraverso la sua attività di Maestro, conferenziere e scrittore. Ad oggi è autore dei tre primi libri sul percorso Eish Shaok: " Vi parlerò di loro I- In Principio", "Vi parlerò di loro II- Nella Dimora Celeste" e " Al di là di te stesso". I libri sono ordinabili qui: ilgiardinodeilibri.it.
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