Il Ponte dei Fiori
Non appena varchi quella soglia ti ricordi che non è la prima volta che sei stato qui ma che nonostante questo è sempre un grande piacere tornare.
È un luogo nel quale non hai bisogno di difenderti, non devi proteggerti, non ci sono armature, non ci sono spade: devi
solo celebrare, contemplare, condividere.
Sdraiati e lasciati cullare.
Entra in questa sensazione di fiducia assoluta, cerca di intuirla, di farla risuonare come un ricordo lontano e come una possibilità anche presente.
C’è Dio accanto a te, non più Guide, nessuno più è guidato, non c’è nessun posto dove andare, c’è soltanto questa danza, e
la possibilità di ringraziare finché ti sarà concesso di restare, la possibilità di ridere, ridere di così tante storie, di così tanto impegno, di così tanta fatica! Ridere di noi, ridere di tutto, ridere ancora una volta di questo giro di giostra.
Sdraiati e lasciati cullare.
Adesso possiamo chiedere sostegno a coloro che abbiamo intorno, a coloro che già in passato ci hanno aiutato. Oppure siamo noi a offrire sostegno, ora che siamo più grandi e possiamo. E allora ancora una volta ci prepariamo a quello che è un salto, a quello che è un varco, un attraversamento insolito.
Ci troviamo a fianco coloro che ci aiuteranno a dimenticare di meno, a non dimenticare affatto, o magari a dimenticare diversamente. Promettiamo di essere al servizio più che potremo, in questa prossima realtà, in questa prossima grande casa che ci ospiterà ancora.
Sono gli ultimi istanti in cui camminiamo sul Ponte dei Fiori sporgendoci sempre di più verso la sua conclusione. Questo è davvero un ponte nel cuore dell’esistenza, nelle sue numerose realtà, ma forse ancor meglio è un ponte tra il tuo cuore e quello che andrai a vestire, a consigliare, a spalancare. Al meglio che potrai. Sono gli ultimi istanti. Poi un passo e ancora un passo oltre, per cadere dal Ponte.
Ora sdraiati: sei di nuovo dentro un corpo, sei di nuovo sul pianeta Terra.
Che cosa spinge uno spirito a incarnarsi ancora?