Una tazza di tè
Ieri sul treno che mi portava a Roma ho incontrato un meraviglioso monaco buddista. Il mio posto assegnato era davanti al suo. È stato sufficiente un primo saluto per iniziare a chiacchierare dolcemente. Tra i tanti discorsi viene citato un Maestro che entrambi abbiamo in comune: Bodhidharma. Lui mi racconta le storie che si mormorano nel suo tempio, io una che si mormora nel mio, un racconto importante per l’energia di questo Settembre.
Un giorno Bodhidharma volle iniziare una lunga meditazione in una grotta, sul monte Chai. Verso la fine del settimo anno era disperato dal fallimento della sua pratica, aveva speso così tante energie per trovare l’illuminazione, si era privato di tutto, e ancora faticava a comprendere come amare sinceramente, come si potesse abbracciare l’Universo. Una sera, ormai stanco e disperato, ebbe un cedimento e si assopì. Si addormentò e sognò un mendicante che faceva l’elemosina sul ciglio della strada. L’uomo gli fece cenno di avvicinarsi e Bodhidharma si avvicinò. Il mendicante con occhi pieni di amore prese allora l’unica cosa che aveva, una tazza di thè, e gliela offrì. Gli disse: “Prendi per favore questa tazza di thè”.
Bodhidharma improvvisamente comprese che il fiume delle nostre vite scorre in un letto che lo accompagna alla sua meta senza sforzo, e che l’unica cosa di cui necessitiamo è di gioire di ogni più piccolo istante. Sarà il centro del suo insegnamento fino alla morte.
Al risveglio, quel giorno, il Cuore di Bodhidharma era immenso, e il thè si chiamerà Chai in tutto il mondo per aiutarci a portarne un battito nelle nostre giornate.
Prendi, per favore, questa tazza di thè.
Un abbraccio universale